Galleria
Recensione
Questa volta, i ‘potenti’ mezzi di Gianni ci permettono di accedere alla residenza estiva dei principi Simonetti, una sontuosa villa storica nella campagna osimana. I Simonetti appartengono a una delle più antiche e nobili famiglie marchigiane e sono originari di Jesi.
Per l’occasione ci viene aperto l’ingresso principale e arriviamo alla villa percorrendo uno spettacolare viale di conifere e querce secolari. La facciata del palazzo, nato come casina di caccia e ristrutturato nel ‘700, è decorata con statue poste dentro nicchie, balconi e torrette. Lì ci accoglie il gentilissimo e disponibile maggiordomo. Brevemente ci racconta la storia della famiglia ed entriamo…
La cosa che più mi colpisce e renderà per me unica questa visita è che stiamo entrando in una casa ‘viva’, non in una casa-museo, come solitamente accade.
Il salone d’ingresso è magnifico, parte delle pareti e il soffitto, dal quale pendono tre mirabili lampadari, sono stati affrescati con episodi mitologici, angeli e putti da Andrea Lazzarini nella seconda metà del ‘700. Divani, mobili pieni di ricordi di famiglia, foto, tante foto, antiche e recenti e poi libri, riviste. Iniziamo in ordine sparso, siamo più di 50, a girare e mettere il naso dappertutto. Nell’antica cucina ormai in disuso, nella cucina che viene attualmente usata con credenze piene di ceramiche di ogni tipo che, dice scoraggiato il maggiordomo, ormai non vengono più usate. Certo, i pezzi più pregiati e tutta l’argenteria non sono più qui, sono stati portati a Bologna, ma il fascino è intatto. Saliamo al piano nobile attraverso uno scalone di legno, sale, saloni, camere, bagni con mobili belli e brutti, intarsiati, decorati, secretaires con tanti cassetti che pieni di curiosità apriamo… Ma quante stanze ci sono? Boh, il maggiordomo dice che non è mai riuscito a contarle tutte, basti pensare che il palazzo si sviluppa su 1.800mq di superficie!
Usciamo ed esce il sole, anche se siamo in inverno il parco è incantevole, andiamo a vedere le ex scuderie, la cappella privata, la serra, la limonaia e la piscina. Nel prato davanti casa c’è un cedro del libano ritenuto il più vecchio delle Marche.
E allora, tutti a pranzo alla Natura del Monte, il menu ottimo e abbondante è stato molto gradito da tutti. Alla fine, il gestore ci delizia con vino di visciole e liquori di sua produzione.
Uscendo il nostro presidente si lascia sfuggire una promessa: la visita a ville storiche della zona continuerà, ci aspettano villa Spada, Villa Leopardi Dittajuti, villa Montegallo.